News 2016-17‎ > ‎Cronache 2016-17‎ > ‎

Aprile 2017

RIUNIONE N. 3011 

[La riunione n. 3011 è stata sostituita dal viaggio rotariano a San Pietroburgo dal 21 al 25 aprile. Ai fini dell’assiduità le presenze dei Soci saranno conteggiate nella riunione n. 3012] 

Ha presieduto:    

il presidente Paolo Pomati

Soci presenti:

Signora Franca Baldini, Beccaro con Signora Maria Rita e la figlia Paola, D’Addato e Signora, Farrauto con Gianluca Nosari, Signora Nicole Materi, Migliau e Signora, Signora Nella Mortara, Pomati e Mamma, Santoro e Signora

Ospiti del Club:

Laura Minghetti Rondoni e Caterina Emanuelli Mazza (RC Vercelli S. Andrea), Rosa Beltarre Provera, Francesco Carcò e Signora Anna Maria, Gianluca Gregori e Signora Marcella, Laura Ruffino, Roberta Radice, Cesare Emanuel

Nato da un'idea del Presidente, sulla scorta della richiesta dei Soci di riprendere la tradizione del viaggio rotariano, ormai interrotta da oltre dieci anni, il viaggio a San Pietroburgo ha riservato le migliori emozioni. Tutto è stato perfettamente organizzato dall’agenzia “Ready To Go” di Vercelli, con cui aveva preso i primi contatti il nostro indimenticato socio Sandro Provera. Nella splendida città sulla Neva si sono attraversate le quattro stagioni: neve, pioggia, vento, splendido sole hanno aggiunto un fascino struggente alle visite. Si è avuta la possibilità di contemplare uno spaccato di vita sociale e di riflettere sullo stato attuale della Russia; il Presidente ha sintetizzato le impressioni in un articolo di fondo pubblicato su “La Sesia” il 28 aprile, che riportiamo per intero

Della Russia continuiamo ad avere immagini parziali, forse perché la sua storia è ancora troppo poco stabilizzata. Ormai vediamo frequentemente rumorose carovane di nuovi ricchi sbarcare nelle località più alla moda, spendere fortune, mangiare e bere come se non ci fosse un domani. Nella madre patria, però, lo stipendio medio di un impiegato non supera i 700 euro, le pensioni arrivano a stento ai 300 ed esistono ancora tanti mestieri che ci riportano ai romanzi dell'Ottocento (guardarobiere, sorveglianti, lustrascarpe, lattai, persino spazzacamini).

Si arriva a San Pietroburgo e ci si trova d fronte a una delle città più belle del mondo, dove i Romanov cercarono di declinare la loro storia "rubando" quella degli altri, soprattutto degli italiani. Così Rastrelli, Rinaldi, Quarenghi, Carlo Rossi trasformarono le algide paludi acquitrinose del golfo di Finlandia in gioielli dell'architettura. I teatri sono sempre pieni e propongono spettacoli di assoluta qualità, con i migliori professionisti del settore.
Eppure c'è qualcosa che non torna nel quotidiano ipermotorizzato delle stupende prospettive. Nelle opere di Tolstoj il protagonista visibile e allo stesso tempo invisibile era il contadino sfruttato, non ancora proletarizzato, immerso in una concezione del tempo diacronica, in quella solenne contemplazione del fluire delle cose, che ancora si nota limpidamente nella liturgia ortodossa. La vita, con le sue stagioni quasi indistinte, le speranze e le delusioni, scorre come le acque della Neva, del Volga o del placido Don in un ritmo eterno, "omerico", come tanti critici hanno fatto notare.
Cambia il personaggio-chiave, non più il contadino, ma il millennial in Rete; si trasforma  la complessa componente fatalistica dell'anima russa, ora molto più spigolosa, ma ancora appesa a un'ansia di redenzione e a una tacita (talora acida) consapevolezza di dover espiare qualche antico peccato originale per trovare serenità. Intendiamo così i cipigli di piccoli capetti, la spazientita sbrigatività di molti sportellisti, la scarsa dimestichezza di cassieri di hamburgherie ultra-occidentalizzate con menù variabili e sconti da libero mercato.
Sulla Prospettva Nevskij tutto luccica, ma due passi più in là, sulla Sadovaja o nella piazza del Mercato del Fieno, pare di ritrovare lo studente spiantato di "Delitto e castigo" e atmosfere dostoevskiane così umiliate e offese, in perenne lotta tra il bene e il male. Quest’ultimo viene identificato negli innumerevoli borseggiatori, negli usurai (Aliona Ivanovna non è mai morta), negli immigrati tagiki e uzbeki che, con i loro tratti asiatici, sono per i bambini l'odierno boogeyman occidentale. E, per la metà dei russi, l’uomo nero è anche lui, l’ultimo zar: Vladimir Putin.
In realtà il demone non andrebbe assimilato nella persona del tre volte presidente della Federazione, ma in quella storia ancora incerta che parte dalla incompleta dissoluzione dell’Unione Sovietica e trova radici in precise scelte politiche compiute negli ultimi venticinque anni dalle élite, di cui Putin è certamente espressione. Si è puntato alla crescita economica senza creare le condizioni necessarie per garantirla a lungo termine; si ha l’impressione che all’ultimo colpo di manovella, con la piena apertura dei mercati, la Russia possa implodere, piuttosto che fiorire. Non ci si è affidati all’innovazione o al talento, ma agli agganci di potere, esattamente come accadeva nel regime sovietico. Tranne qualche colbacco di visone e bottiglia di vodka, non si produce nulla che sia desiderabile per il resto del mondo.
Osservando il disorientamento dei giovani, abbiamo l’impressione che vivano sospesi tra ingranaggi amministrativi e fitness occidentale, tra cultura digitale e globalizzazione solo percepita. All’università ascoltano lezioni pienamente in linea con quelle della comunità scientifica internazionale, ma poi si scontrano con l’effettiva carenza di diritti umani e libertà occidentali soffocate da Stato e Chiesa ortodossa. Non ci sembrano così dissimili da quel mondo di sconfitti che Gončarov seppe personificare in Ilja Oblòmov, con la differenza che sulle loro teste paiono incombere le repressioni putiniane, che rievocano gli spettri delle violente purghe di Stalin.
La comunità mondiale ha il dovere di  prendersi cura della Russia, probabilmente non a colpi di sanzioni e di misure restrittive come si è fatto finora. Bisogna far capire a Putin che il suo metodo di cambiare il sistema, mantenendo intatti i poteri (soprattutto i propri) attraverso la repressione del dissenso e il muscoloso confronto con l’Occidente, ha ormai vita brevissima. Gli interventi a gamba tesa nel conflitto siriano nel tentativo di «creare uno spazio di sicurezza equa ed indivisibile che non sia tale per pochi, ma per tutti» sono fuochi di paglia che distraggono dall’Ucraina, dalla propaganda anti-gay, dal bavaglio dell’informazione.
Anziché affermarsi come una superpotenza mondiale, insomma, la Russia voluta da Putin potrebbe frantumarsi nell’ultima fase di un lungo declino che nessuno ha saputo gestire. Non possiamo ignorare il destino di milioni di persone, soprattutto I giovani, anche se distanti; l’uomo è chiamato a favorire il benessere e a far fiorire le potenzialità di tutti; solo così si può dire che la nostra vita abbia un senso.

  

RIUNIONE N. 3010 (CONVIVIALE)

Martedì 18 aprile 2017, ore 20, Circolo ricreativo 

Ha presieduto:    

il presidente Paolo Pomati

Soci presenti:

Aguggia L., Aguggia M., Baldini, Bassi, Coggiola, Delleani B., Delleani G., Farrauto, Finassi, Isacco e Signora, Massa, Migliau e Signora, Pigino, Pomati, Randazzo, Ricci, Tasso, Torelli, Vancetti, Vernetti

Ospiti del Club:

Simone Sarasso

 La conviviale di aprile ha avuto un ospite di eccezione: lo scrittore Simone Sarasso, che ha appena pubblicato per Sperling & Kupfer il romanzo “65. La mia vita senza paura”, scritto a quattro mani con il campione di motociclismo Loris Capirossi. Sarasso è vercellese, ha frequentato il liceo scientifico, si è laureato all’Università del Piemonte Orientale in Filosofia e oggi risiede a Novara, è sposato con la professoressa Mary Ferrari e la coppia ha un delizioso bambino, Alberto. Il presidente Pomati ha osservato che, quando si parla di scrittori vercellesi, si possono fare soltanto due nomi certi: quello di Laura Bosio e quello di Sarasso, perché sono gli unici che hanno fatto della scrittura una professione. La carriera di Simone Sarasso è punteggiata da numerosi successi editoriali con romanzi noir e storici: la trilogia “Confine di Stato” - “Settanta” - “Il paese che amo” racconta tutta la storia “sporca” dell’Italia corrotta dal secondo dopoguerra ai giorni nostri e l’ultimo volume ha ottenuto la menzione speciale al prestigioso premio letterario “Scerbanenco”. I romanzi storici (Invictus, dedicato a Costantino; Colosseum; Aeneas) sono tra i più venduti in libreria. Durante la conversazione con il Presidente ha raccontato come è nata l’idea di scrivere una biografia romanzata di Loris Capirossi, come ha attivato un serrato “corteggiamento” per ottenere il consenso del campione e come questo si sia poi entusiasmato al progetto. Il libro offre una meravigliosa rassegna, suddivisa annalisticamente, degli episodi salienti della vita di “Capirex”, conditi da aneddoti, curiosità, sorprese. Ne fuoriesce un personaggio che non è stato solo un campione sportivo, ma anche un modello di umanità e di coraggio. La scrittura di Sarasso, ha notato Pomati, possiede un nitore senecano, con un linguaggio moderno, la sapiente affrescatura della vita sociale con qualche pennellata “hollywoodiana”. L’ospite ha amabilmente conversato con i soci, che sono poi corsi ad acquistare il libro.

 

RIUNIONE N. 3009 (NON CONVIVIALE)

Martedì 11 aprile 2017, ore 19.15, Circolo ricreativo 

Ha presieduto:    

il presidente Paolo Pomati

Soci presenti:

Aguggia M., Signora Franca Baldini, Balzaretti, Bassi, Beccaro e Signora, Coggiola, D’Addato, Delleani B., Delleani G., Farrauto, Finassi, Isacco, Massa, Signora Nicole Materi, Migliau e Signora, Mortara e Mamma, Omodei Zorini, Pomati, Santoro, Torelli, Vernetti, Villani

Ospiti del Club:

Laura Minghetti Rondoni  e Caterina Emanuelli Mazza (RC Vercelli S. Andrea), Rosa Beltarre Provera, Cristina Francia Provera

Ospiti di Soci

Gianluca Nosari

Il Presidente ha convocato tutti i partecipanti all’imminente viaggio di San Pietroburgo per illustrare gli ultimi dettagli e organizzare la partenza. Sono seguiti gli auguri per la Santa Pasqua e la presentazione delle attività future.

 

RIUNIONE N. 3008

 La riunione n. 3008 è stata sostituita con una riunione conviviale interclub organizzata dal RC Santhià-Crescentino presso il Ristorante Paladini di Carisio il giorno 6 aprile 2017. Relatori sono stati Enrico Raiteri, governatore del Distretto 2031 e il pianista Massimiliano Génot. Hanno partecipato i soci: Aguggia, Balzaretti, Bassi, Delleani B. (facente funzione di presidente), Delleani G. e Signora, Isacco e Signora, Sanzone. Ai fini dell’assiduità le loro presenze sono state conteggiate nella riunione n. 3009.

                                             

Comments