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GIUGNO 2017

RIUNIONE N. 3018 (NON CONVIVIALE CON CONFERENZA STAMPA)

Martedì 13 giugno 2017, ore 19.15, Circolo ricreativo

 

Ha presieduto:    

il presidente Paolo Pomati

Soci presenti:

Ajmino, Balzaretti, Bassi, Carenzo, Cena, Coggiola, Conti Ch., Delleani B., Delleani G. Domenicale, Finassi, Isacco, Massa, Migliau, Milano, Picco, Pomati, Ricci, Santoro, Sanzone, Sassi, Torelli, Vancetti, Villani

Relatori:

il Presidente Paolo Pomati,

Testate:

La Stampa (Roberto Maggio e Renato Greppi), La Sesia (Martina Panarello), Vercelli Oggi (Guido Gabotto), Corriere eusebiano

Per l’ultima riunione dell’anno il presidente Paolo Pomati ha organizzato una conferenza stampa per raccontare ai giornalisti i risultati dell’anno rotariano in via di conclusione. È anche stato formalmente celebrato il centenario della Fondazione Rotary ed è stato festeggiato il Signor Franco Principe, titolare della ristorazione del Circolo Ricreativo, che dal 15 giugno andrà in pensione.

Potete trovare in allegato la cartella stampa e le slide proiettate durante la conferenza.



RIUNIONE N. 3017 (CONVIVIALE CON INCONTRO PUBBLICO)

UNIVERSITÀ E ROTARY PER LA CITTÀ

Martedì 6 giugno 2017, ore 19.30, Circolo ricreativo; ore 21, Cripta di S, Andrea

 

Ha presieduto:    

il presidente Paolo Pomati

Soci presenti:

Baldini, Bassi, Beccaro e Signora, Carenzo, Coggiola, Conti, Delleani G., Finassi, Fossale, Isacco, Massa, Migliau, Milano, Mortara, Omodei Zorini, Pigino, Pomati, Ricci, Rosso, Santarella e Signora, Sassi, Torelli, Vernetti

Relatori:

Ezio Barasolo, Gabriele Bagnasco, Silvio Borré, Fabrizio Faggiano, Pier Giorgio Fossale,

Il tema attualissimo dei vaccini è stato ampiamente sviscerato con un significativo sottotitolo («Facciamo chiarezza») dai più importanti esperti durante l’ultima serata del programma “Università e Rotary per la Città”, che questa volta ha unito le forze della LILT, sezione di Vercelli. Riportiamo, a commento della serata, l’articolo di Martina Panarello, rotaractiana, apparso su “La Sesia” del 13 giugno.

(Martina Panarello) — Grande affluenza di pubblico all’incontro su “Vaccini: facciamo chiarezza”. L’attuale presidente del Rotary Club Vercelli Paolo Pomati e il rettore dell’Università del Piemonte Orientale Cesare Emanuel hanno organizzato durante l’anno una serie di incontri pubblici per discutere dei temi più scottanti dell’attualità. Quello della vaccinazione, che è forse il più discusso e controverso del momento, è stato affrontato con la collaborazione del dottor Ezio Barasolo, presidente della sezione vercellese della LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori).

Il tema della prevenzione non riguarda solo i tumori, ma ancora oggi la lotta alle malattie infettive, che nel Terzo Mondo rappresentano la prima causa di morte. Anche se proprio l’introduzione dei vaccini ha permesso di ridurre in pochi decenni l’incidenza di malattie potenzialmente letali, alcune ancora non si conoscono e altre che sembravano sparite stanno ricomparendo.

La storia dei vaccini, raccontata dal dottor Silvio Borrè, direttore della struttura complessa di Malattie infettive dell’Ospedale Sant’Andrea, ha origini molto lontane. Probabilmente fu Tucidide per la prima volta a capire che la sopravvivenza alla peste comportava l’immunizzazione all’agente patogeno che l’aveva causata. Ma il primo vero grande passo avanti per la medicina fu realizzato nel 1796 da Edward Jenner, il quale osservò che le mungitrici colpite dal vaiolo bovino, una forma molto leggera, erano protette nei confronti di quello umano, che, invece, era devastante.

Quasi due secoli fa il presidente degli Usa Roosevelt, dopo aver contratto nel 1921 la poliomielite. Diede vita alla Fondazione nazionale per la paralisi infantile che distribuiva finanziamenti ai ricercatori impegnati a trovarne una cura. Si svilupparono due linee di pensiero e una forte competizione tra i medici Jonas Salk e Albert Sabin, che introdussero rispettivamente un tipo di vaccino da somministrare attraverso l’iniezione e un tipo da somministrare per via orale. La popolarità di Salk negli Stati Uniti ostacolò il test su larga scala del vaccino di Sabin, che nel 1957 decise di rivolgersi al blocco “nemico” dell’Unione Sovietica.

Il ‘900 è stato il secolo dell’introduzione del vaccino obbligatorio. Nel 1977, proprio grazie a una vaccinazione a tappeto, il vaiolo venne debellato e l’anno successivo l’Oms dichiarò ufficialmente che le malattie infettive non rappresentavano più un problema per la società industrializzata. In realtà si trattò di una illusione, in quanto, poco dopo, ci fu una crescita esponenziale delle infezioni di Hlv in tutto il mondo. La battaglia quindi non è ancora stata vinta, ma oggi stiamo assistendo a una nuova era della vaccinologia, come ha sottolineato il dottor Gabriele Bagnasco, direttore del Servizio di Igiene e sanità pubblica dell’Asl di Vercelli. Il Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2017-19 auspica l’estensione dell’obbligo vaccinale, proponendosi l’ambizioso obiettivo di raggiungere una copertura ottimale del 95% e apre lo scenario non solo a bambini e d anziani, ma anche alla popolazione adulta.

Nel 2006 è stato introdotto il vaccino per il Papilloma virus, responsabile del cancro al collo dell’utero, che per la prima volta nasce con l’obiettivo di prevenire un tumore, anziché una malattia infettiva. Se fino a poco tempo fa la prevenzione contro l’Hpv si è concentrata sulla popolazione femminile, ora si parla di includere anche i maschi nella campagna vaccibnale. Nel 20176 l’Ue inoltre ha introdotto il concerto di Benessere Equo e Solidale (Bes), che è un tentativo di costruire degli indicatori di benessere alternativi al Pil, tra cui la qualità della vita e della salute. Oggi, a causa dei costi elevati, la ricerca medica e la produzione di farmaci e vaccini è affidata totalmente alle industrie farmacologiche.

«La scelta di escludere completamente lo Stato dalla ricerca può essere opinabile, anche perché in passato non sono mancati tentativi di manipolazione delle ricerche da parte delle aziende per produrre risultati diversi da quelli reali — ha commentato il docente di Igiene generale e applicata dell’Università del Piemonte Orientale, professor abrizio Faggiano — Tuttavia c’è sempre stata una continua rincorsa della comunità scientifica internazionale che si è sempre autoregolamentata e ha costruito un sistema efficacissimo di controllo per garantire una ricerca di qualità».

Se dunque non c’è nulla da temere riguardo alla validità dei farmaci, oggi sembra che le preoccupazioni e la resistenza riguardo alla somministrazione dei vaccini da parte di alcune fasce della popolazione non riguardino un discorso strettamente medico-scientifico, ma si aprano piuttosto al tema della libera scelta del paziente. A questo proposito il presidente dell’Ordine dei Medici Pier Giorgio Fossale si dichiara perplesso: «È vero che ci siamo ormai evoluti verso una condivisione della cura tra medico e paziente, la cui libertà deve sempre essere rispettata; tuttavia, nell’ambito di temi così importanti come la vaccinazione, è inconcepibile il rifiuto della cura consigliata dal proprio medico in virtù di una presunta conoscenza appresa con totale fiducia dal Web, dove chiunque oggi può scrivere informazioni false senza alcun accreditamento».

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Rotary Club Vercelli,
29 giu 2017, 23:50
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Rotary Club Vercelli,
29 giu 2017, 23:50
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