SANDRO PROVERA Past President e Membro del Consiglio Direttivo († 9 novembre 2016) (foto: Andrea Cherchi) Non mi sarei mai immaginato, durante il mio anno di presidenza del Rotary, di dover dare l’ultimo saluto al nostro Sandro. È impressionante l’affetto collettivo che si è sprigionato dopo la diffusione della bruttissima notizia: “Il mio dottore”, “Il nostro amico”, “Il mio presidente”. L’aggettivo possessivo è la sintesi di tutti gli aggettivi; avvicina, unisce, abbraccia. È quello che qualifica meglio il rapporto che ciascuno di noi aveva con Sandro. La sua morte improvvisa ci ha violentemente ricordato le parole bibliche di Qoèlet: «Vanità delle vanità, tutto è vanità. Quale utilità ricava l’uomo da tutto l’affanno per cui fatica?». Abbiamo riflettuto sull'inutilità di tanti orpelli delle nostre vite; ci siamo aggrappati ai ricordi, per sopravvivere al dolore. Sandro ce ne ha lasciati una moltitudine: da medico, da amico, da collega, da compagno di viaggi, da presidente, da consigliere, da vicino di casa, insieme alla sua personalissima grazia e delicatezza nell’affrontare la vita e le persone. Aveva capito l'importanza delle myricae, del saper godere dei piccoli, umili prodotti che la natura offre avaramente. Da questi arbusti che crescono in riva al mare ha tratto quegli elementi che hanno fatto di lui un autentico portatore di benessere. Da medico ha ridato la salute e il sorriso a migliaia di bambini; da cittadino impegnato e da socio di club service è stato artefice di mediazione, infaticabile sostenitore di servizi alla comunità; da amico è stato l’Amico. Per questo siamo sicuri della tua festosa accoglienza nella Vita Eterna. Sei stato un uomo intero, caro Sandro: curioso, intelligente, di buon gusto, di vedute aperte, pronto ad ascoltare e a consigliare, rispettoso, spassoso. È duro lasciarci così. I tuoi consoci e amici si impegnano a consolare la tua famiglia, a mantenere viva la fiamma della tua testimonianza e a non lasciare sola Rosy, la persona che ti ha completato. Paolo ENRICO VILLANI Past President e Socio onorario † 2 settembre 2016 Un rotariano illustre, mancato un anno fa - Rosaldo Ordano - ci ha raccontato la leggenda della Torre civica. In alcune notti, senza luna e senza stelle, qualche predestinato può scorgere uno spettacolo straordinario. Può vedere accendersi, come per incanto, a una a una, tante fiammelle attorno al tetto della torre: sono le anime dei cittadini migliori che vigilano sulla nostra città. Ma d’improvviso la processione delle fiammelle si arresta; si forma un vuoto; sembra che si faccia spazio a una nuova fiammella. È il segno certo per lo spettatore predestinato; fra pochi giorni andrà anche lui a camminare con quelle fiammelle e a vegliare su Vercelli fino alla fine dei tempi. Enrico Villani è diventato una di queste fiammelle. Era e rimarrà uno degli spiriti magni della nostra città. L’ha amata, l’ha resa bella e colta. Era un genio che ha sperimentato tutte le arti. Soprattutto era un uomo intero, signore nei pensieri e nei fatti. Amava la vita, conosceva e declinava l’humanitas in tutte le sue sfaccettature. Se si legava a qualcuno in amicizia, lo faceva nel modo più pieno possibile. Sapeva essere un amico vero, presente, amabile. Forse perché sapeva che un amico è un altro se stesso. Così noi rotariani lo abbiamo conosciuto, così lo salutiamo per l’ultima volta, così lo ricorderemo. Sia con te la pace, caro Enrico, insieme a Rita, presso Dio che hai tante volte interrogato nelle tue opere. Paolo |
News 2016-17 >